Matematica

evoluzione del pensiero dell'opera

Mentre stavo risolvendo un semplice problema di geometria, raffigurato nella prima immagine del video postato qui sopra, mi è venuto in mente una foto fatta anni fa del monte Cervino che si specchiava sul Lac Bleu.

Non chiedetemi il perchè!!!

Allora ho fatto alcune prove di accostamenti di colore e di realizzazione, arrivando alla decisione di realizzare un pastello che seguisse l'idea geometrica del problema ma che allo stesso tempo evocasse il monte Cervino, il Lac Bleu e, perchè no, anche la via Lattea.

Questa è la mia personale iconografia di Hypatia o Ipazia, matematica, astronomia e filosofa attiva ad Alessandria d'Egitto nel V secolo d. C.. Me la sono immaginata donna fiera, dallo sguardo vivace e proteso a studiare la volta celeste. Si dice che fosse ammirata per la il suo alto ingegno, vasto sapere e brillante eloquenza.

Sulla sua vita si hanno pochissime notizia. Dalle fonti si apprende che era figlia del matematico Teone di Alessandria, il quale dirigeva una scuola neoplatonica e iniziò la figlia alla matematica, astronomia e filosofia neoplatonica, tanto che Ipazia successe al padre alla guida della scuola.

Nel 415 d.C. Ipazia venne brutalmente trucidata da una folla di cristiani sobillati dal vescovo Cirillo. Una versione della vicenda è trasmessa dal filosofo Damascio, che si era recato ad Alessandria intorno al 485, quando ancora «vivo e denso di affetto era il ricordo dell'antica maestra nella mente e nelle parole degli alessandrini». Divenuto poi scolarca della scuola di Atene, scrisse, cento anni dopo la morte di Ipazia, la sua biografia. In essa sostiene la diretta responsabilità di Cirillo nell'omicidio, più esplicitamente di quanto non faccia Socrate Scolastico: accadde che il vescovo, vedendo la gran quantità di persone che frequentava la casa di Ipazia, «si rose a tal punto nell'anima che tramò la sua uccisione, in modo che avvenisse il più presto possibile, un'uccisione che fu tra tutte la più empia». Anche Damascio rievoca la brutalità dell'omicidio: «una massa enorme di uomini brutali, veramente malvagi [...] uccise la filosofa [...] e mentre ancora respirava appena, le cavarono gli occhi».

32 ovvero gli opposti complementari: razionalità e irrazionalità.

Il numero 3 simboleggia la parte razionale, che nell'opera è rappresentata dal tappeto di Sierpinski (frattale ricorsivo, qui al passo 3) realizzato su lastra di acciaio e dipinta a pennello con colore acrilico giallo. A pennello e a multiple mani a simboleggiare il tempo che il pensiero razionale si prende nel valutare le situazioni e il colore giallo a simboleggiare la vivacità della mente pensante.

2 è un numero irrazionale, storicamente il primo, quello che ha messo in crisi il pensiero pitagorico, qui simboleggia la nostra parte irrazionale, rappresentata nell'opera dal pannello inferiore: turbinio dei colori complementari giallo e viola.

L'uomo è un animale pensante, alla continua ricerca del giusto equilibrio tra le forze apparentemente inconciliabili della razionalità e dell'irrazionalità.

Ho inviato quest'opera al concorso Yin e Yang organizzato da Studio Lab 138.

Ecco un lavoro un po' artistico, un po' matematico: dodecaedro in stoffa di cotone riciclata e trattata con un fondo di gesso acrilico, decorato con colori acrilici e scritto con penna biro.

Ho preso spunto dal disegno del dodecaedro fatto da Leonardo, per questo ho cercato di rendere una struttura rigida con il grigio di payne e di simulare all'interno delle facce  un cielo azzurro, tendente al magrittiano ... almeno nelle intenzioni!!!

All'interno di ognuna delle 12 facce ho scritto delle curiosità che ho trovato su questo solido platonico, quella che mi ha sorpreso di più è stata che gli etruschi usavano dei dadi a forma di dodecaedro e uno di questi fu trovato vicino a Padova nel 1885.

Di seguito riporto le altre curiosità che ho scritto con tono giocoso:

  • Ho 12 facce, pensa che posso essere contemporaneamente felice, triste, sorpreso, sognante, calmo, imbronciato, curioso, ozioso, riflessivo, ironico, concentrato, indeciso.
  • Lo sai che Leonardo da Vinci mi fatto un ritratto?
  • Sono uno dei 5 solidi platonici assieme a tetraedro, cubo, ottaedro, e icosaedro.
  • Sono un poliedro regolare perchè tutte le mie 12 facce sono dei pentagoni.
  • Hai mai notato che anche il pallone da calcio è un poliedro? Non è regolare perchè è composto da 12 pentagoni e da 20 esagoni.
  • Lo sai che Platone pensava che il cosmo avesse la mia forma?
  • Salvador Dalì mi ha ritratto nella sua "Ultima cena" del 1955
  • Gaudì realizzò lampade con la mia forma e le appese nella cripta della Sagrada Famiglia
  • Non pungo anche se ho 20 vertici
  • Anche Escher mi disegnò in "Rettili e cactus, un mondo impossibile", brrrr, quei lucertoloni proprio non mi piacciono
  • Alcuni cristalli di pirite hanno la mia forma, peccato si tratti solo dell'oro degli stolti!

 

Quest'anno ho accettato di far parte della giuria del concorso francese di fumetto a tema  metematica e caso.

Stare dall'altra parte della barricata è stata un'esperienza molto interessante ed istruttiva.

E' stato molto difficile scegliere i premi perchè la qualità sia dei disegni sia delle storie era molto elevata, complimenti a tutti per l'impegno e l'ingegno profuso nelle opere.

Di seguito alcune foto di Lione, città in cui ci siamo riuniti:

 

Sabato 7 aprile alla MMI di Lione si è tenuta la premiazione del concorso 'Math et polar' a cui avevo partecipato e, una volta lì, ho scoperto, con mia somma gioia, di aver vinto il primo premio della giuria:

Ringrazio gli organizzatori per la meravigliosa accoglienza.

Abbiamo assistito ad uno spettacolo di 'matemagia' molto coinvolgente e divertente, poi conferenza sui grafi in cui il relatore ha descritto varie varianti del gioco 'Guardia e ladro' modellate dalla teoria dei grafi, e dulcis in fundo: rinfresco finale con dei macarons superlativi!

 

 

Ora che si sono chiuse le votazioni posso pubblicare il fumetto che ho realizzato per il concorso francese Math et Polar, e cioè matematica e mistero.

Il fine era quello di realizzare un fumetto che avesse per tema la matematica e il mistero.

Per quanto riguarda l'impaginazione mi sono ispirata agli enigmi polizieschi che vengono pubblicati sulla Settimana Enigmistica.

Il quadrato magico è quello riportato nella litografia di Durer: Melencolia I che ho citato disegnando lo stesso solido e scegliendo il cigno melanconico come richiamo alla figura alata.

I quesiti logico-matematici sono frutto della mia fantasia. Ho cercato di proporre dei quesiti che fossero alla portata di tutti per quanto riguarda le conoscenze matematiche, infatti ci sono solo addizioni e moltiplicazioni, ma che richiedessero un minimo di "colpo d'occhio".

Fumetto matematica e mistero

Risolto il mistero?

Fisicamente Plimpton 322 è una tavoletta in argilla che misura 12.7 cm x 8.8 cm, fu ritrovata durande degli scavi a Larsa, un'antica città sumera vicina al Golfo Persico ed è datata tra il 1822 e il 1762 a. C., cioè circa al tempo di Hammurabi.

Non lasciatevi ingannare dall'aspetto e dalle ridotte misure perchè secondo uno studio recente si tratterebbe della più antica tavola trigonometrica a noi nota.

Quest'estate D.F. Mansfield e N.J. Wildberger, due matematici australiani, hanno pubblicato un articolo in cui illustrano una nuova interpretazione dei numeri riportati nella tavoletta: conoscendo due dei lati di un triangolo rettangolo si riesce a trovare il valore del terzo lato con un'approssimazione migliore che non usando la tabella dei seni di Madhava.

E devo dire che la matematica babilonese non ha ancora finto di stupirmi, per esempio nel lavoro di J. Høyrup "L'algèbre au temps de Babylone" viene spiegato che una stessa operazione poteva essere indicata con diverse parole, all'inizio della decifrazione del cuneriforme si pensava che fossero sinonimi, invece avevano significati diversi. Per esempio, per indicare l'addizione usavano due parole diverse:

kamarum/UL.GAR/GAR.GAR indicava un'addizione astratta: "impilare" a e b

wasabum/DAH indicava l'operazione di aggiunta: "aggiungere" j a S

"Impilare" a e b è un'addizione tra numeri e crea un'entità nuova, mentre l'"aggiungere" non crea nulla di nuovo, S non perde la sua identità, se, per esempio, S= il mio deposito in banca e j = l'interesse, l'"aggiunta" tra S e j non cambia nulla del fatto che si tratta del mio deposito in banca.

Ringrazio Giovanna Donnarumma e Ipphò Gennaro Ippolito per avermi dato la possibilità i partecipare alla Biennale del Libro D'Artista a Castel dell'Ovo Napoli dal 19 agosto al 4 settembre.
Il libro che ho presentato è la storia di sior Intento, una filastrocca popolare diffusa in Veneto, la sua peculiarità è quella di venir ripetuta ad ogni richiesta e quindi di non finire mai: è per questo che l'ho riportata su di un nastro di Moebius. Il supporto è una striscia di carta rilegata agli estremi dopo aver dato un mezzo giro di torsione. Da questo semplice gesto si ottiene il nastro di Moebius la cui caratteristica geometrica è quella di avere una sola faccia, infatti si riesce a tracciare una linea ritornando al punto di partenza senza mai staccare la matita dal foglio.